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                            Il Gatto nell'Arte

Le prime testimonianze di un rapporto tra uomo e gatto risalgono almeno al 9000 a.C. e da allora si è sviluppata una storia straordinaria, che ha portato i gatti a ricoprire diversi ruoli, spesso in contraddizione tra loro.
Il gatto è stato adorato e odiato, accolto o cacciato, è stato considerato divino o demoniaco, in virtù del suo stesso carattere: indipendente, altezzoso, sornione, impertinente, ma anche regale, furbo, affascinante e buffo allo stesso tempo.
Così è stato divinizzato dagli egizi, sfruttato dai romani, demonizzato nel medioevo, comunque amato in tutte le epoche.
IL GATTO NELL'ARTE vi vuole mostrare quei gatti che si trovano in tutte le forme artistiche grazie a diversi autori che li raffigurano con passione nella pittura, nella letteratura, nel cinema e nella musica, dando vita a una serie di aneddoti curiosi e spassosi.
Una vera storia dei gatti e del loro rapporto con l'uomo, divertente e completa, per tutti gli amanti di questo animale che non vogliono fermarsi a una conoscenza superficiale del loro amico felino ma che vogliono approfondire sempre di più la sua vastissima storia!

                                                                        Pericle Fazzini                                 
C'è un artista importantissimo per la nostra arte contemporanea, che ha adorato il gatto in maniera importante, questo è Pericle Fazzini, artista nato a Grottammare (Ap) autore della scultura "La redenzione" che potete vedere nella sala Nervi del Vaticano, quella mega opera d'arte che svetta nel suo splendore proprio dietro allo scranno dove siede il papa durante le udienze e le cerimonie.
I gatti erano la sua passione, ne ha ritratti molti, nelle varie fasi della vita del felino, mentre giocano sopratutto, ispirato direttamente dai suoi  2 gatti.

                         

                                                I Gatti Siberiani, "I Gatti Scolpiti dal Freddo" 
Migliaia di anni fa.....
sui loro pugnali, i guerrieri nomadi della Siberia intagliavano… Gatti.
La Siberia, quella vastissima regione dell’Asia Settentrionale, che si estende dagli Urali (ad Ovest) fino all’Oceano Pacifico (ad Est) e dall’Oceano Artico (a Nord) fino ai confini della Mongolia e della Cina (a Sud), attraversata dalla ferrovia più lunga del mondo sono esattamente 9288 km… la leggendaria “Transiberiana”, che nelle sue destinazioni più fredde raggiunge luoghi dove la temperatura scende fino a 62 gradi sotto zero… Secoli fa (millenni fa…) era abitata da popolazioni nomadi.
Tali guerrieri nomadi non erano soltanto guerrieri, erano anche artisti. Il periodo più ammirato della loro produzione, che è stato definito “stile animalistico scitico”, parte dal 700 a.C..
E’ una caratteristica di tutta l’arte più antica prediligere gli animali come soggetti da rappresentare (scolpire, intagliare, disegnare, incidere…).
Sono proprio gli animali ad aver stimolato per primi la creatività umana, dando inizio alla nostra Storia dell’Arte.
Queste creature, che erano prede da cacciare, ma anche da temere, emanavano, agli occhi dei nostri avi, un potere tra il magico ed il sacro.
Il sentimento religioso e la volontà di rappresentare la realtà, con fini propiziatori, sono nati nell’umanità contemporaneamente.
Non si può comprendere l’arte siberiana, se non la si collega alle credenze animistiche di queste popolazioni.. Uomini, animali, piante ed anche alcuni oggetti possiedono un’anima. In questo consisteva la loro fede: per loro il mondo era interamente animato.
Gli animali, nelle rappresentazioni dei guerrieri nomadi della Siberia, presentano proporzioni e linee perfette, il che presuppone in questi artisti un attento spirito di osservazione della natura circostante unito al sentimento di un forte legame con essa e ad un religioso rispetto verso il soggetto rappresentato.

 
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